Da KeramiKos - International Ceramics Magazine - Alberto Greco Editore - febbraio 91 - n. 18

Il Comune di Carnago, in provincia di Varese, è il centro di un’interessante iniziativa promossa dall’architetto ceramista Tino Sartori in collaborazione con la Biblioteca della città.

Spinti dalla duplice esigenza di riproporre temi di grande attualità quali l’ambiente, l’ecologia, la natura e di fare apprezzare l’arte della ceramica, i promotori hanno pensato alla realizzazione di un pannello, lungo 25 metri e alto 1,5, da esporre permanentemente in una piazza del Comune stesso.

Motivo ispiratore dell’opera è stata l’idea di coinvolgere nella realizzazione del lavoro i bambini di quinta elementare, assegnando loro il compito di disegnare le singole figure da inserire nel progetto complessivo. Dare libero sfogo alle capacità grafiche, alla freschezza figurativa, alla vivacità dei colori dei bambini si è dimostrato quindi il punto focale del lavoro, la cui chiave di interpretazione si trova nella frase di un capo indiano da cui l’opera ha preso il titolo:

"questa Terra non l’abbiamo avuta in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli".

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Sullo sfondo del pannello, sono stati armonicamente distribuiti dall’arch. Sartori e disegnati dai bambini, il sole, la luna, i fiori e vari animali, ormai sempre meno diffusi a causa dell’inquinamento.

Oltre che nella preparazione dei disegni, i bambini sono stati coinvolti anche nella lavorazione delle figure in argilla da applicare sul pannello, mentre la fase di smaltatura è stata eseguita esclusivamente da Sartori rispettando le loro scelte cromatiche. La decisione di adottare la ceramica come materiale per la realizzazione di quest’opera è stata determinata, sia in considerazione delle caratteristiche tecniche di ingelività, autopulizia e durevolezza di questo materiale, sia perchè, come afferma Sartori, "la ceramica ripropone il gusto e l’amore per la materia ed è quindi una delle forme artistiche più straordinarie, soprattutto quando si tratta di coinvolgere più persone"

La lucentezza e la freschezza degli smalti hanno inoltre garantito la piena fedeltà alla brillantezza dei colori utilizzati dai bambini, facendo di quest’opera un monumento alla vivacità e spontaneità proprie del mondo dell’infanzia. Tartarughe, lumache, farfalle, colombe, fiori accompagnano cosi allegramente i passanti, trasmettendo loro il messaggio di un mondo gioioso da proporre per il futuro.

 

 

English version

From KeramiKos - International Ceramics Magazine - Alberto Greco Edition - February - n. 18 

The village of Carnago, near Varese in Northern Italy, is the centre of an interesting project being carried out by architect and ceramist Tino Sartori, together with the local public library. Encouraged by the double need to publicise today’s burning issues, such as the environment, ecology and nature, and to increase appreciation for ceramic art, the promoters decided to create a panel, measuring 25 metres long by 1.5 metres high, to be put on permanent show in a piazza in the village. What inspired this panel was the idea to involve the children from the fifth year of the local junior school in creating the work, giving them the job of drawing the individual figures to be inserted into the overall project. Giving free expression to the children’s graphic abilities, figurative freshness and lively colours proved to be the focal point of the whole work, whose key for interpretation can be found in the quote from an Indian chief that also provided the work’s title:

"... we did not inherit this Earth from our fathers, we borrowed it from our children".

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In the background of the panel, Sartori has distributed a picturesque spread of drawings made by the children: the sun, the moon, flowers and the various animals that are all becoming more and more rare because of the increase in pollution.

As well as preparing the drawings, the children were also involved in preparing the clay figures to be applied to the panel, while the enamelling phase was carried out by Sartori alone, who followed their colour schemes faithfully.

The decision to use ceramics as the material for this piece of art was the result both of considerations about their technical properties of ice-resistance, self-cleaning and durability and because, as Sartori says, "ceramics enshrine our taste and love for materials as such, which is why they are one of the most extraordinary art forms, especially when several people are involved in one project".

The gloss and freshness of the enamel also guarantee absolute fidelity to the brilliance of the colour scheme used by the children, making this work into a monument to the lively spontaneity of the world of infancy.

Tortoises, snails, butterflies, doves and flowers greet passers-by joyfully, communicating their message of a happy world as a model for the future.